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Maurizio Cattelan: il genio irriverente dell’arte contemporanea

Vi è mai capitato di voler mandare a quel paese qualcuno in un modo gigantesco con un grosso dito medio? Oppure di sognare come sarebbe un gabinetto completamente dorato?

Beh, una figura così eccentrica e controversa ha pensato a tutto questo, e stiamo parlando dell’artista padovano Maurizio Cattelan.

L’artista nasce il 21 settembre del 1960 in una famiglia modesta, dove non ha seguito un percorso accademico tradizionale, ma si è avvicinato all’arte da autodidatta. Fin da piccolo sperimenta con vari materiali, sviluppando proprie tecniche e frequentando, anche se non a lezione, i luoghi delle accademie d’arte che lo appassionano.
Questo suo approccio informale all’arte ha influenzato profondamente il suo stile, che si contraddistingue per l’ironia dissacrante e la capacità di mettere in discussione ogni tipo di autorità e convenzione.
In un periodo in cui si dedicava al design di mobili, Cattelan inizia a mandare le sue composizioni alle maggiori istituzioni di tutto il mondo, fino a che non viene notato da una galleria a Bologna: la Galleria Neon.
Attira fin da subito l’attenzione per la sua capacità di trasformare idee semplici in opere che pongono domande profonde.

Il suo primo grande successo arriva negli anni ’90 con l’opera “Stadium”. L’opera si presenta come un lungo calcio balilla di più di sei metri in cui, da un lato, giocano le riserve della squadra di calcio del Cesena e, dall’altro, degli operai edili senegalesi con il nome della squadra A.C. Forniture Sud, a indicare il lavoro sfruttato e sottopagato dei migranti del sud del mondo.
Nonostante il successo, ha sempre mantenuto un atteggiamento ribelle, rifiutando di aderire alle regole del sistema artistico tradizionale.
Anche quando viene accettato a importanti fiere, come la Biennale di Venezia nel 1993, si inventa interventi ribelli e bizzarri, come l’opera “Lavorare è un brutto mestiere”, in cui nel suo spazio espositivo compare un cartellone pubblicitario, dopo aver affittato lo spazio a un’agenzia pubblicitaria.

Negli anni Novanta crea diverse opere con l’uso di tassidermie, come la famosa “Novecento” esposta ora al Castello di Rivoli, che rappresenta un cavallo appeso al soffitto da un’imbracatura, con il collo e le zampe allungate verso terra, emettendo un profondo senso di malinconia e frustrazione per l’impossibilità di muoversi.

Non solo arte

Durante la sua carriera non si occupa solo di installazioni e sculture, ma anche di progetti su altra scala. Nel 2003 apre il suo primo magazine, “Processed Food”, con l’aiuto di Paola Manfrin e Dominique Gonzalez-Foerster, dove miscela immagini, ridandogli una nuova vita in altri contesti. Non è l’unico progetto editoriale di cui si occupa: nel 2010, infatti, con il fotografo italiano Pierpaolo Ferrari, conosciuto per il suo surrealismo colorato, crea la rivista semestrale “Toilet Paper”, che diventa ben presto una rivista iconica per il suo stile provocatorio e surreale.
Nel corso della sua carriera si occupa anche di temi curatoriali di diverse mostre.

Il finto addio all’arte

L’artista, oltre alle sue opere divertenti e significative, è anche un maestro nel vendersi e far parlare di sé. Infatti, Cattelan è conosciuto per le numerose volte che ha detto di mollare tutto per concentrarsi su altri progetti, tornando poi sempre più agguerrito di prima, con opere che lasciavano tutti a bocca aperta.

I temi centrali della poetica di Cattelan

Le opere di Cattelan si sviluppano attorno a temi universali, affrontati però con un linguaggio ironico e provocatorio.
La morte, la religione, il potere e il senso di fallimento individuale sono al centro della sua produzione. Cattelan utilizza spesso elementi di forte impatto visivo per creare un cortocircuito tra forma e contenuto, spingendo lo spettatore a riflettere su questioni scomode.
Uno dei tratti distintivi del suo lavoro è l’utilizzo di materiali inusuali e di oggetti quotidiani, che vengono decontestualizzati e trasformati in opere d’arte. Questa capacità di trasformare il banale in straordinario è uno dei motivi per cui Cattelan è stato spesso paragonato ai dadaisti e agli artisti della Pop Art.
Tuttavia, la sua ironia è più tagliente e spesso accompagnata da una vena di malinconia.

Le opere più significative

Tra le opere più note di Maurizio Cattelan, alcune hanno raggiunto uno status iconico, diventando simboli del suo approccio unico all’arte:
La Nona Ora (1999): Questa scultura raffigura Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, un’immagine che ha suscitato scandalo ma anche ammirazione per il suo coraggio nell’affrontare temi religiosi in modo non convenzionale. L’opera è stata interpretata in diversi modi: c’è chi dice che si riferisce agli scandali avvenuti in quel periodo nella Chiesa e chi la vede come una riflessione sul peso della sofferenza e sul ruolo del potere spirituale.

Him (2001): Forse una delle opere più controverse di Cattelan, questa minuta statua di Adolf Hitler inginocchiato ha scatenato accese polemiche. Posizionata in modo da sembrare inizialmente un bambino in preghiera, l’opera gioca con le aspettative dello spettatore, invitandolo a confrontarsi con il male e la redenzione. L’opera è stata presentata nel 2012 al Ghetto di Varsavia, provocando indignazione.

L.O.V.E.: Una mano gigante che alza il dito medio, con le altre quattro dita mozzate, un gesto provocatorio che sfida le convenzioni e la politica, posizionata in Piazza Affari a Milano. La scultura è alta circa 4 metri e, pur essendo una critica alle dinamiche del potere e alla corruzione, è stata anche interpretata come un commento ironico alla società contemporanea. La mano è scolpita in marmo di Carrara, un materiale che richiama la tradizione artistica, ma il suo messaggio è decisamente contemporaneo e audace.

America (2016): Un gabinetto interamente realizzato in oro massiccio, installato al Guggenheim Museum e aperto al pubblico per essere utilizzato. Il bagno completamente funzionato è stato rubato nel settembre 2019. L’opera è una critica al consumismo e al capitalismo, ma anche un’ironica riflessione sulla democratizzazione dell’arte.
Comedian: l’opera che ha rivoluzionato il concetto di arte contemporanea

L’opera che ha consacrato definitivamente Cattelan come maestro della provocazione è Comedian, presentata per la prima volta nel 2019 durante Art Basel Miami Beach. L’opera consiste in una banana fissata con del nastro adesivo grigio su una parete. Nonostante la semplicità estrema del concept, Comedian è stata valutata per cifre che hanno superato i 120.000 dollari, generando un’ondata di commenti e reazioni sui social media e nei circoli artistici.
L’internet non si è limitato nello schernire questa situazione creando parodie a non finire sull’opera, con diversi soggetti che spaziano dalla Regina Elisabetta fino a icone del cinema, tutte racchiuse nella pagina Instagram @cattelanbanana.
Comedian non è solo una provocazione, ma una riflessione sul valore simbolico dell’arte. La banana, un frutto comune e deperibile, diventa un oggetto di culto grazie al contesto in cui viene inserita. L’opera pone domande fondamentali sul ruolo dell’artista, sul significato dell’autenticità e sulla natura del mercato dell’arte.
Cattelan ha dichiarato che l’idea dell’opera gli è venuta dopo aver riflettuto sulla necessità di creare qualcosa di semplice e immediato, capace di catturare l’attenzione del pubblico in modo diretto.

La recente rivendita e il dibattito sul valore dell’opera
La vicenda di Comedian non si è conclusa con la sua esposizione a Miami. Recentemente, il 20 novembre 2024, l’opera è stata rimessa all’asta da Sotheby’s e venduta per una cifra esorbitante: ben 6,24 milioni di dollari.
A aggiudicarsi il merito frutto è stato il collezionista e CEO cinese Justin Sun, riaccendendo il dibattito sul valore effettivo di lavori così concettuali. La notizia ha suscitato nuovamente interesse e polemiche, mettendo in discussione i confini tra arte e commercio.
Un aspetto particolarmente interessante è che la banana stessa deve essere sostituita periodicamente, seguendo un protocollo stabilito dall’artista. Questo elemento contribuisce a rendere Comedian un’opera viva, che si evolve nel tempo e che mette in discussione il concetto di permanenza nell’arte.
La rivendita ha anche sollevato questioni legali e morali: quanto vale un’opera che può essere riprodotta facilmente? E quali sono i limiti del copyright e della proprietà intellettuale in casi come questo?

Maurizio Cattelan rimane un punto di riferimento imprescindibile per chiunque voglia comprendere le dinamiche dell’arte contemporanea. Con la sua capacità di combinare ironia, critica sociale e sperimentazione, ha saputo conquistare un posto unico nel panorama artistico internazionale. Comedian, con la sua semplicità disarmante, rappresenta forse l’apice della sua poetica, dimostrando che l’arte non ha bisogno di essere complicata per essere potente.
In un mondo sempre più complesso e frammentato, l’arte di Cattelan ci ricorda l’importanza di guardare oltre le apparenze e di affrontare con spirito critico le contraddizioni della nostra epoca.

Who is?: dany Verified

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