Con la recente morte di Bill Viola, il mondo dell’arte ha perso uno dei suoi più grandi maestri.
Nato a New York nel 1951, è scomparso in California colpito dalla malattia dell’Alzheimer.
Viola ha contribuito a ridefinire l’arte contemporanea attraverso il suo approccio innovativo all’uso delle immagini in movimento.
Le sue creazioni hanno esplorato i confini tra il visibile e l’invisibile, il materiale e l’immateriale, portando la videoarte a nuovi livelli di espressione artistica e di introspezione umana.
Con la sua morte, si chiude un capitolo fondamentale della storia dell’arte, ma il suo lascito rimane vibrante, pronto a ispirare le generazioni future.
L’infanzia e l’esperienza della quasi-morte Per comprendere appieno lo stile di Viola, è necessario risalire a un evento della sua infanzia che ha segnato profondamente la sua vita e la sua arte.
A soli sei anni, l’artista si è trovato sull’orlo della morte quando ha rischiato di annegare in un lago.
Per la maggior parte delle persone questo evento avrebbe rappresentato un’esperienza traumatica, ma per lui si è trasformato in una rivelazione.
Mentre affondava nelle acque del lago, Viola si è ritrovato immerso in un mondo che descrisse come “il più bel mondo che avessi mai visto: pesci, fasci di luce, piante che ondeggiano”.
Questo ricordo indelebile non solo ha evitato che la paura dell’acqua segnasse la sua esistenza, ma lo ha convinto a considerare l’acqua come un elemento simbolico centrale della sua arte, un mezzo attraverso il quale esplorare i temi della vita, della morte e della rinascita.
Dall’accademia al primo impatto con la videoarte
La carriera del maestro ha iniziato a prendere forma durante gli anni ’70, un periodo in cui la videoarte era ancora agli albori e considerata da molti una pratica marginale, destinata a rimanere nell’ombra delle forme artistiche tradizionali.
Viola era attratto da questo strumento fin dai suoi anni di studio alla Syracuse University, dove si è laureato nel 1973 in Experimental Studios.
In quel periodo ha avuto l’opportunità di lavorare con alcuni dei pionieri della videoarte, come Nam June Paik e Peter Campus, che gli hanno fornito gli strumenti e l’ispirazione per esplorare e approfondire questo nuovo territorio artistico.
L’artista si è dedicato completamente all’esplorazione delle potenzialità espressive del video, trattandolo non come un semplice mezzo tecnologico, ma come un linguaggio artistico in grado di riflettere l’esperienza umana nella sua complessità.
Questa sicurezza lo ha convinto a creare opere che trascendono il mero visivo, invitando lo spettatore a immergersi in un’esperienza sensoriale ed emotiva totale.
“The Reflecting Pool”
Una delle opere che ha segnato il successo di Viola è stata “The Reflecting Pool” (1977-1979), una video-installazione che è diventata un manifesto della
sua poetica.
La creazione rappresenta un uomo che si tuffa in una piscina limpida, ma, al momento dell’immersione, il tempo si sospende.
Il suo riflesso sull’acqua si frammenta, creando una serie di immagini che evocano la transitorietà dell’esistenza e la ricerca di un significato più profondo.
“The Reflecting Pool” non è solo un’opera d’arte, ma è un’esperienza in grado di catturare l’essenza della condizione umana: il passaggio tra stati di essere, la percezione della realtà e l’illusione, la connessione tra l’individuo e il mondo che lo circonda.
Questa video-installazione rappresenta la capacità di Viola di usare il video per creare un dialogo tra il reale e l’oltre, utilizzando immagini rallentate per esplorare le profondità della psiche e dell’anima.
Il video diventa per lui uno specchio, un riflesso delle domande esistenziali che ogni essere umano si pone.
L’esplorazione della vita e della morte
Nel corso degli anni ’80 e ’90, il creativo ha continuato a esplorare temi complessi come la vita, la morte, il tempo e la spiritualità, spesso ispirandosi a tradizioni religiose e filosofiche sia occidentali che orientali.
Il suo lavoro si è allontanato sempre di più dalla narrazione lineare per abbracciare forme più astratte e simboliche.
Un’opera principale di questo periodo è “The Passing” (1991), un video in bianco e nero che esplora il tema della morte attraverso l’esperienza personale del maestro, segnato dalla perdita della madre.
Le immagini, rarefatte e cariche di un’intensa atmosfera emotiva, conducono lo spettatore attraverso un viaggio intimo, dal dolore della perdita alla speranza di un nuovo inizio.
“The Passing” è un esempio di come Viola utilizza il video non solo come strumento artistico, ma come mezzo per indagare i grandi misteri dell’esistenza umana.
As the years went by, he devoted himself more and more to the creation of large-scale video installations, works that enveloped the viewer in a multisensory environment.
His ability to combine sound, images and physical space turned his works into true immersive experiences.
Among them, "The Crossing" (1996) is one of the most famous and representative.
The creation shows two figures walking toward the viewer: one is enveloped in flames, the other submerged in water.
The contrast between fire and water represents the duality of life: destruction and purification, end and rebirth.
The slowed time and monumental scale of the installation invite the viewer to reflect on his own mortality and the cyclical nature of existence.
Another monumental work is "Five Angels for the Millennium" (2001), a video installation depicting angels emerging and plunging into water, in a continuous cycle of ascent and descent.
In this depiction, water once again becomes the central element, a symbol of transition between worlds, the passage between life and death.
Global recognition
Bill Viola's fame has grown exponentially, leading him to exhibit in the world's most prestigious museums and galleries, including MoMA in New York, Tate Modern in London and the Getty Museum in Los Angeles.
His work has not only helped legitimize video art as a "high" art form, but has inspired an entire generation of multimedia artists.
One of the highlights of his career was the commissioning of "Martyrs" (2014), a series of video installations created for St. Paul's Cathedral in London.
The four works, dedicated to the elements of earth, air, fire and water, explore the concept of martyrdom in a contemporary context, combining traditional religious iconography with modern sensibilities.
The work is a tribute to the resilience of the human spirit and the ultimate consecration of the artist as a master who can engage in dialogue with the sacred through the language of contemporary art.
With the death of Bill Viola, a fundamental voice in contemporary art is extinguished, but his legacy lives on and continues to influence the global art scene.
His works, characterized by an innate ability to deeply touch the viewer, will continue to be exhibited and celebrated in museums and galleries around the world.
Viola proved that video is not just a medium for recording reality, but a powerful tool for exploring the mysteries of existence.
In Artistinct we want to remember Bill Viola as a great master whose sudden passing closed a major chapter in art history, but his legacy will continue to inspire and move anyone willing to immerse themselves in his works.
#webelieveinhumanartistinct
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