La rivoluzione dell’intelligenza artificiale
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) siè affermata come una delle tecnologie più rivoluzionarie del nostro tempo, capace di trasformare interi settori e ridefinire il concetto stesso di innovazione.
Dalla medicina alla finanza, dall’arte alla produzione industriale, l’AI non solo automatizza processi complessi, ma introduce nuove forme di creatività e analisi che ampliano le possibilità umane.
In questo articolo, esploreremo il potenziale dell’AI e il suo impatto sul nostro futuro!
Cos’è l‘intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale è una tecnologia avanzata che permette alle macchine di apprendere, ragionare e prendere decisioni in modo simile agli esseri umani.
Funziona analizzando grandi quantità di dati, dai quali gli algoritmi estraggono informazioni, individuano schemi e prendono decisioni autonome.
Creata inizialmente per affrontare problemi complessi e automatizzare processi ripetitivi, l’AI ha l’obiettivo di migliorare l’efficienza, ridurre gli errori e potenziare le capacità di calcolo.
Il suo funzionamento si basa su 3 elementi fondamentali: i dati, gli algoritmi e la potenza di calcolo.
I dati sono il carburante che alimenta l’AI.
Questi dati, inseriti dagli utenti al momento dell’utilizzo del sistema, provengono da testi, immagini, video e sensori che forniscono le informazioni necessarie per l’apprendimento e perla previsione.
I dati possono essere strutturati, come fogli di calcolo, non strutturati, come testi e immagini, o semi-strutturati, come file XML o JSON.
Questa varietà permette all’AI di affrontare una vasta gamma di compiti e problemi.
Gli algoritmi sono il cervello dell’AI.
Queste regole e logiche permettono al sistema di elaborare i dati, riconoscere pattern e prendere decisioni.
Esistono diversi tipi di algoritmi, ognuno con un funzionamento differente.
Ad esempio, nell’apprendimento supervisionato, l’AI viene addestrata utilizzando un insieme di dati etichettati, ossia dati che già includono le risposte corrette.
Mentre nell’apprendimento non supervisionato, l’AI lavora con dati non etichettati, cioè senza indicazioni su quali siano le risposte giuste.
L’algoritmo cerca autonomamente di identificare schemi o gruppi all’interno dei dati.
Infine, nell’apprendimento per rinforzo, l’AI impara attraverso un sistema di ricompense e penalità.
L’algoritmo esegue azioni in un ambiente e riceve feedback in base a i risultati delle sue azioni.
Se l’azione porta a un buon risultato, l’AI riceve una ricompensa; se porta a un risultato negativo, viene penalizzata.
Infine, la potenza di calcolo è la forza che permette di elaborare i dati all’AI.
Questa è fornita da processori avanzati e infrastrutture di calcolo distribuito come il cloud computing, ovvero una tecnologia che permette di accedere a risorse informatiche senza doverle possedere fisicamente.
I data center sono strutture fisiche dove vengono ospitati e gestiti migliaia di computer(server) interconnessi che elaborano, immagazzinano e distribuiscono dati, sono essenziali per addestrare modelli complessi e gestire grandi quantità di dati.
Il processo di apprendimento dell’AI
L’intelligenza artificiale non è statica; si evolve attraverso un processo di apprendimento continuo.
L’addestramento (training) è la fase in cui il sistema viene istruito utilizzando un set iniziale di dati per ottimizzare i suoi parametri e ridurre gli errori.
La validazione (validation) testa il modello attraverso un set separato di dati per verificarne l’accuratezza, mentre il test(testing) finale serve a garantire che l’AI funzioni efficacemente nel mondo reale.
Per mantenere alte le prestazioni, l’AI richiede aggiornamenti regolari, come il riaddestramento con dati più recenti e l’ottimizzazione degli algoritmi.
Interagire con l‘AI: L’importanza dei prompt
Cosa significa promptare?
“Promptare” significa formulare una richiesta o un input per un sistema di intelligenza artificiale, come un modello di linguaggio, per ottenere una risposta o un risultato specifico.
Per ottenere il meglio dall’AI, è fondamentale saper formulare prompt chiari e ben strutturati.
I modelli di linguaggio come ChatGPT-4 analizzano grandi quantità di testo per generare risposte, quindi un prompt preciso è essenziale per risultati pertinenti.
È importante fornire contesto e dettagli specifici, evitando al contempo complessità eccessive. Sperimentare e affinare i prompt contribuisce a migliorare la qualità delle risposte, mentre un linguaggio semplice e chiaro facilita la comunicazione.
Privacy e sicurezza
L’intelligenza artificiale solleva questioni cruciali riguardo alla gestione dei dati personali.
L’uso intensivo di dati sensibili, come informazioni personali o biometriche, è essenziale per addestrare i sistemi e migliorare i servizi, ma comporta rischi significativi, come violazioni della privacy, bias nei modelli e vulnerabilità ai cyber attacchi.
Ad esempio, un noto socialnetwork, ha chiesto agli utenti di autorizzare l’uso dei loro dati personali per migliorare le sue tecnologie di intelligenza artificiale.
Questa richiesta di consenso è legata all’addestramento e all’ottimizzazione dei modelli di AI, che possono includere il riconoscimento delle immagini, la personalizzazione dei contenuti e altre funzionalità avanzate.
Normative come il GDPR (General Data Protection Regulation) dell’Unione Europea impongono restrizioni sulla raccolta e gestione dei dati, richiedendo il consenso esplicito degli utenti e garantendo loro diritti di accesso e controllo.
AI e arte: Un confronto
Algoritmi avanzati come quelli di Deep Art o DALL-E stanno trasformando l’arte digitale, permettendo la creazione di opere a partire da semplici descrizioni testuali e con la combinazione di stili artistici in modi innovativi.
Ad esempio, grazie a un programma dell’AI, Jason Allen ha conquistato il primo premio al concorso artistico della Fiera di Stato del Colorado.
La sua opera si intitola “Théâtre D’opéra Spatial” ed è stata generata utilizzando il programma Midjourney, suscitando scalpore e polemiche tra il pubblico.
Molti hanno definito questo trionfo come “la morte dell’arte”, sollevando dibattiti accesi sul futuro della creatività umana e sul ruolo dell’AI nel
mondo dell’arte.
Allo stesso tempo, il fotografo Miles Astray, con la sua opera “Flamingone” ha dimostrato che, per quanto avanzata, la tecnologia non può eguagliare la capacità umana di curare la composizione di una foto in ogni suo minimo dettaglio.
Questo è riuscito a dimostrarlo vincendo un concorso nella categoria AI con una vera fotografia di un fenicottero, dimostrando così il primato dell’occhio umano e della sensibilità artistica rispetto alle creazioni artificiali.
Il MoMA abbraccia l’intelligenza artificiale
Il Museum of Modern Art(MoMA) d iNew York ha ampliato la sua collezione permanente con due opere rivoluzionarie di artistiche stanno ridefinendo il panorama artistico globale attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale: Refik Anadole Ian Cheng.
Questa decisione afferma l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale come strumento creativo ed evidenzia che questo strumento tecnologico sta emergendo come vero e proprio co-creatore di opere d’arte, inaugurando una nuova era nell’estetica contemporanea.
Refik Anadol– Unsupervised, Machine Hallucinations
Unsupervised è una creazione che fa parte del progetto continuo Machine Hallucination di Refik Anadol, ed è un’esplorazione dell’estetica dei dati basata sulle memorie visive collettive.
Dal2016, l’artista utilizza l’intelligenza artificiale come collaboratrice della coscienza umana, impiegando algoritmi avanzati per rivelare strati nascosti delle nostre realtà esterne.
Anadol raccoglie dati da archivi digitali e risorse pubbliche, elaborandoli con modelli di apprendimento automatico per creare un’esperienza multicanale di sorprendente autonomia sensoriale.
La collezione NFT Unsupervised nasce da questa visione estetico-scientifica, elaborando 138.151 pezzi di meta dati dalla collezione del Museum of Modern Art(MoMA).
Il creativo ha addestrato un modello AI unico percatturare le “allucinazioni” della macchina in uno spazio multidimensionale, creando in corporamenti in 1024 dimensioni.
Queste immagini e forme astratte, frutto dell’apprendimento non supervisionato, rappresentano un cosmo latente in cui emerge una nuova forma di creatività artistica, reinterpretando la straordinaria collezione del MoMA, che copre oltre 200 anni di storia dell’arte.
Questa installazione risuona esteticamente e spinge anche la ricerca sull’apprendimento automatico verso nuovi territori, dimostrando l’interazione sempre più profonda tra arte e intelligenza artificiale.
Ian Cheng– 3FACE
L’acquisizione dell’opera diIan Chengda parte del Museum of Modern Artè resa possibile grazie a una piattaforma all’avanguardia dedicata alle tecnologie digitali.
3FACE è considerata dal museo come “l’opera sperimentale più ambiziosa fino ad oggi per l’esplorazione delle tecnologie blockchain e la decentralizzazione dei dati”.
La creazione si distingue perla sua innovativa capacità di utilizzare l’intelligenza artificiale per “adattarsi” e rispondere ai dati.
Nel cuore di 3FACE vi è un processo di generazione artistica che si basa sull’analisi delle transazioni associate al portafoglio blockchain del proprietario.
L’intelligenza artificiale dell’artista elabora i dati per creare un ritratto visivo unico, rendendo il processo di minting, ovvero la creazione di nuovi token o di nuovi coin, una metafora dello sviluppo di una personalità individuale.
In questo modo 3FACE esplora il potenziale artistico delle tecnologie blockchain e trasforma il concetto di identità e creatività, offrendo una riflessione profonda sulla connessione tra dati, personalità e arte.
Questa nuova era segnata dall’ingresso dell’intelligenza artificiale nel regno dell’arte, promette di essere entusiasmante ma imprevedibile, e il MoMA, con la sua visione lungimirante, si pone all’avanguardia di questa trasformazione.
Le opere di Refik Anadole Ian Cheng saranno ricordate non solo come innovazioni tecniche, ma come pietre miliariche hanno segnato l’inizio di un dialogo profondo tra uomo e macchina nella creazione artistica.
In conclusione, mentre l’AI continua a evolversi e a integrarsi nelle nostre vite, rimane fondamentale ricordare che essa è uno strumento al servizio dell’umanità.
Le macchine possono emulare tecniche e stili, ma non potranno mai replicare l’emozione, la profondità e l’originalità dell’ingegno umano!
In Artistinct, rimaniamo fermamente convinti che l’intelletto umano e la creatività innata siano insostituibili.
#webelieveinhumanartistinct
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